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Penso che la spettacolarizzazione del dramma appaghi ancora molto di più di quello che si possa pensare la curiosità morbosa che guida l'essere umano.

La TV e certa carta stampata è utilizzata da chi non riesce a non fare a meno di ciò.

Chi non è guidato da questi desideri non guarda e non guarderà mai programmi che spettacolarizzano il dramma e non compra o comprerà mai giornali irrispettosi. Ma i programmi e i giornali offrono ciò che il loro pubblico chiede.

Non si può pensare che la Gazzetta dello sport da domani smetta di occuparsi di sport o che chi compra la Gazzetta lo faccia per cercare news su Sanremo.

Il prodotto becero esisterà sempre fino a che esisteranno consumatori beceri. La formazione professionale è importante ma non può essere slegata dalla realtà del consumatore. Dietro i giornali e la TV c'è business, non Onlus.

Giorgio

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